di Nerolla
“Lo sforzo nostro è di portare sempre cose nuove e interessanti, il che non è semplice, però è la nostra sfida quella di cercare sempre oggetti belli e particolari. La nostra è una ricerca continua”, ha l’entusiasmo e la passione scritti negli occhi Vincenzo Muscariello, esperto d’arte, napoletano classe 1962, che con la moglie Gianfranca Funaro ha dato vita al punto Antiquariato Il Perseo. Da dieci anni tutte le domeniche espone a Ponte Milvio Antiquariato con passione e dedizione assieme alla sua campagna di vita e di lavoro.
Vincenzo Muscariello, cosa la porta tutte le domeniche ad esporre al mercato di Via Capoprati?
“Innanzitutto, il posto, un luogo particolare di Roma sulle sponde del Tevere; poi il desiderio di proporre sempre cose fuori dall’ordinario a persone attente al bello in un clima di festa”.
Una costante di Ponte Milvio?
“La cosa che mi colpisce è che quando sto per andare via vengono delle persone che sono molto interessate e che acquistano in fine mostra degli oggetti pregevoli valorizzati dalle luci del tramonto”.
Nel suo stand cosa espone in particolare?
“Oggetti d’arte; quadri antichi; Sheffield; curiosità; bigiotteria retrò, particolare, bella, tipo Chanel; porcellane, quando capita; delle cassettine di legno tipo Sorrento con le serrature funzionanti e che poi sono un po’ la nostra specialità”.
Qual è la sua filosofia nell’approccio a questo lavoro?
“Coniugare la bellezza con l’utilità degli oggetti”.
Ha uno slogan per attirare i clienti?
“No, mi piace molto puntare sull’allestimento, dando un’idea di bellezza. Incentivo all’acquisto il cliente con uno stand ben organizzato che ispiri meraviglia e incanto”.
Dietro a tanti pezzi nuovi e rari c’è tanto lavoro di ricerca?
“Sì, è una ricerca continua che ci appassiona ed è probabilmente anche la parte più bella e interessante del nostro lavoro”.
Le persone che si rivolgono a lei di solito cosa cercano?
“In genere vogliono arricchire l’arredamento con dei pezzi unici, non standard, non banali, non usuali. Sono persone che vogliono un po’ distinguersi dall’ordinario”.
Questo lavoro lo porta avanti da sempre con sua moglie?
“Sì, è un sodalizio con Gianfranca. Siamo entrambi di Napoli centro. Ci siamo conosciuti al Liceo artistico, abbiamo fatto insieme gli studi d’arte. È un lavoro che facciamo con passione. La mia è una tradizione di famiglia: già papà faceva l’antiquario restauratore, come anche mio nonno. Però, ecco, questo non è sufficiente a intraprendere questo tipo di lavoro, perché c’è bisogno di avere una certa attitudine, un’attenzione per l’estetica, per la bellezza ed anche un forte spirito di sacrificio”.
Avevate una bottega a Napoli?
“Sì, in via Santa Maria di Costantinopoli”.
Quindi vicino al Museo archeologico di Napoli?
“Sì, è lì che, da studenti, Gianfranca ed io andavamo a riprodurre le sculture quando studiavamo Figura”.
Qual è l’espressione artistica che le piace di più?
“Sono varie. Direi, l’Art Nouveau, il periodo degli impressionisti e l’Art déco”.
Il nome Antiquariato Il Perseo ha radice nel vostro amore per l’arte?
“Meglio, da una famosa scultura di Benvenuto Cellini, che si trova sotto la Loggia dei Lanzi a Firenze. Io inizialmente ero un amatore del Rinascimento che ha dato, secondo me, quell’impulso a tutte le arti successive, dal Barocco in poi. In particolare, il Perseo con la testa di Medusa simboleggia il trionfo del bene sul male”.